Il Museo Lapidarioè il primo museo pubblico della città: inaugurato nel 1828 nel portico del Palazzo dei Musei per volere del Duca Francesco IV d’Austria-Este, il museo si ispirò per l’allestimento agli illustri esempi del Museo Lapidario Maffeiano di Verona e della Galleria Lapidaria del Museo Chiaramonti in Vaticano e sancì un legame stretto con la comunità cittadina. La collezione, composta da epigrafi e manufatti in pietra recanti iscrizioni, si costituì a partire da alcuni pezzi già conservati presso il Palazzo Ducale, da acquisti e da reperti di scavi locali. Inoltre i cittadini più abbienti si impegnarono a donare materiali di loro proprietà e a finanziare il museo. Grazie ai 329 repertiè possibile conoscere la storia locale dell’insediamento romano di Mutina, fino al periodo ducale, con monumentali iscrizioni pubbliche o arche sepolcrali che fino al Seicento erano collocate sul sagrato del Duomo. Il primo direttore del museo, Carlo Malmusi individuò un triplice scopo:“servire all’archeologia”,“per il ricordo degli antenati illustri” e“per studiare il progresso della scultura locale”: si pongono le basi per il modello formativo dei musei civici dei centri emiliani.
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