Il Museo Diocesano di Arte Sacra, con l’adiacente Oratorio di San Bernardino, è un luogo dall’atmosfera magica e sospesa in cui rileggere d’un fiato la storia della spiritualità del territorio e la pittura senese dal XIII al XVIII secolo.
La struttura architettonica dell’Oratorio di San Beranrdino, di origine tardo medievale, è stata ristrutturata nel corso del Cinquecento. Nato per ospitare la Confraternita di Santa Maria e San Francesco, nel XVI secolo l’Oratorio fu intitolato al frate Bernardino Albizzeschi, veneratissimo già in vita e canonizzato nel 1450 ad appena sei anni dalla morte, celebre per le sue infervorate prediche nelle piazze senesi. Sulla sobria facciata in laterizio spiccano l’elegante portale in travertino e il simbolo di San Bernardino, che ricorre anche sul Palazzo Pubblico e sul Duomo: un sole raggiato al centro del quale campeggiano le lettere JHS, abbreviazione di “Jesus hominum salvator” (Gesù salvatore degli uomini).
Il soffitto della sala d’ingresso, con La Madonna che protegge Siena, San Bernardino e Santa Caterina di Arcangelo Salimbeni e Francesco Vanni, è circondato da lunette dedicate alla vita di San Bernardino, alla cui realizzazione parteciparono Ventura Salimbeni, Rutilio Manetti e molti altri artisti della prima metà del Seicento. All’interno del museo si possono ammirare dipinti e sculture che spaziano dal Duecento al Seicento e numerosi oggetti d’oreficeria. Cuore del museo resta la splendida cappella dell’oratorio superiore, intitolata a Santa Maria degli Angeli, con soffitto a cassettoni con teste di cherubini su fondo azzurro. Le pareti sono interamente affrescate con le Storie della Vergine, offrono un esempio unico della pittura senese del primo Cinquecento rappresentata qui dai suoi protagonisti: Domenico Beccafumi, Giovanni Antonio Bazzi detto il “Sodoma” e Girolamo del Pacchia.