Il Museo Paleontologico di Montevarchi, situato negli spazi di un convento francescano medievale intorno al quattrocentesco Chiostro di San Lodovico, è il frutto delle attività dell’Accademia Valdarnese del Poggio, nata nel 1805.

Il nucleo iniziale di fossili si forma con reperti raccolti nell’area del Valdarno, bacino fossilifero fra i più importanti in Europa. Nel 1810 Georges Cuvier, fondatore della paleontologia e dell’anatomia comparata, studia la raccolta di fossili. Nei decenni seguenti il Museo, aperto al pubblico nel 1829, vede ulteriormente incrementare la sua collezione grazie alle segnalazioni dei cittadini. Ad oggi la collezione conta circa 3.000 reperti.

Alla fine del 2014, dopo un lungo periodo di restauro, il Museo riapre le porte con una nuova esposizione che permette di scoprire, in maniera scientificamente rigorosa e didatticamente efficace, l’evoluzione della storia naturale del Valdarno a partire da 3 milioni di anni fa. Del nuovo allestimento fa parte anche l’eccezionale fossile di Mammuthus meridionalis scoperto recentemente presso Terranuova Bracciolini (AR), scavato e restaurato in loco e collocato in una sala apposita dal dicembre 2019.

Nel 2016 viene inaugurata la Sezione Archeologica“Alvaro Tracchi” dove sono esposti numerosi reperti etrusco-romani valdarnesi e manufatti etruschi dell’area viterbese.

La nuova sezione si inserisce a completamento del percorso paleontologico, come approfondimento dei caratteri storici della presenza umana nel territorio.

Del percorso museale fa parte la scenografica Sala Grande dell’Accademia, sede di conservazione, di una ricchissima collezione bibliografica che conta numerosi incunaboli ed edizioni antiche dalle biblioteche dei conventi soppressi del territorio valdarnese.