Dal 16 febbraio al 28 ottobre 2020
La piccola raccolta egiziana del Museo Civico, formatasi negli anni immediatamente successivi alla fondazione dell’istituto nel 1871, è diventata una grande occasione di ricerca grazie alla rete di collaborazioni attivata dal Museo, in particolare la cattedra di Egittologia dell’Università di Bologna per lo studio dei reperti e la responsabile della sezione egiziana del Museo Civico Archeologico di Bologna, che ha curato un articolato programma di diagnostica e manutenzione conservativa mirato, capace di rispondere ai quesiti che una raccolta ottocentesca, mai studiata prima, aveva posto, coinvolgendo i maggiori esperti del settore.
L’allestimento è caratterizzato da un esplicito richiamo alle origini della raccolta con un “apparato effimero” che riproduce le vetrine ottocentesche, ma le modalità di esposizione e comunicazione e la grafica riflettono un linguaggio contemporaneo, adeguato a raccontare “le storie d’Egitto” a tutte le tipologie di pubblico.
In mostra non si racconta infatti la storia dell’antico Egitto, ma tante piccole storie emerse dal progetto di ricerca: storie collezionistiche di duchi, illustri modenesi e oscuri antiquari; storie di furti e ritrovamenti; di viaggi in Egitto e sbendamenti di mummie reali trasformate in eventi pubblici; storie emerse dalla diagnostica che ha determinato sesso, età e, dove possibile, informazioni sulle patologie e le cause di morte dei resti umani mummificati, restituendo loro una piccola parte di identità.
I reperti della raccolta si si distribuiscono su un ampio arco cronologico e sono riconducibili ai temi della regalità, del rituale funerario e della devozione templare. Sono esposte statuette “ushabti”, vasi canopi, amuleti, scarabei, bronzetti votivi. La “star” della mostra è la mummia di un bambino - restaurata davanti al pubblico da Cinzia Oliva - e da poco dotata di un volto, grazie alle ricerche antropologiche coniugate con l’abilità di un noto designer 3D. Sono presenti anche alcune teste e arti umani, oltre a tre piccoli coccodrilli imbalsamati e ad alcune bende di lino provenienti dalle mummie reali di Thutmose III e Ramsete II, scoperte a Deir el-Bahari nel 1881.
La mostra e il catalogo, edito da L’insegna del Giglio, sono curati da Cristiana Zanasi, Museo Civico Archeologico Etnologico.
Largo Porta Sant'Agostino, 337, Modena, Italia
Orari di apertura
apre - chiude | ultima entrata | |
lunedì | Chiuso | |
martedì | 09:00 - 12:00 | |
mercoledì | 09:00 - 12:00 | |
giovedì | 09:00 - 12:00 | |
venerdì | 09:00 - 12:00 | |
sabato | 10:00 - 19:00 | |
domenica | 10:00 - 19:00 |