Dal 20 giugno al 27 settembre 2020
Se venisse interrogato sulla sua pittura, molto probabilmente Sean Shanahan ricorrerebbe al seguente aforisma: «Io sono in un oceano infinito di colore. Ho l’oceano tutto attorno e ne prendo un po’ nel palmo della mano: è sempre oceano, ma ora non è più infinito».
Le opere di Shanahan sfuggono alla nomenclatura, riescono addirittura a farsela scivolare addosso, proprio come i loro bordi sagomati: acuti quanto arditi, capaci di inficiare la tradizionale geometria del “sacro rettangolo”. Sono bordi intonsi, che mettono in evidenza il supporto in MDF, ma soprattutto servono a delineare e ripensare quella soglia che tende a graduare l’opera verso il mondo circostante. Ridefinendo i confini della propria ricerca pittorica, l’artista riesce a minare qualsivoglia definizione, dando corso a una geometria che spariglia la tradizione e che sembra intraducibile altrimenti.
Esiste un invalicabile confine che tiene a distanza la superficie dipinta dalla realtà circostante. Nelle opere di Shanahan i bordi modulano il passaggio dall’una all’altra, sancendo così un avvicinarsi e compenetrarsi tra l’opera pittorica e il contesto architettonico. I monocromi dell’artista non cercano mai di sostituirsi alla realtà, non la imitano né la prendono a modello; in essi non si incorre mai in illusioni o induzioni, in connotati figurativi o narrativi, lo sguardo viene intercettato soltanto dal colore, a suggellare la quintessenza della pittura.
Viale Elisa Ancona, 6, Lissone, Italia
Orari di apertura
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