Gustav Adolf Amberger, di cui non si sa molto della sua vita, fa parte di quei giovani artisti che partirono per il Grand Tour, il giro delle principali città e zone di interesse artistico e culturale considerato una parte essenziale per l'educazione artistica tra il XVIII e il XIX secolo. Meta fondamentale del viaggio era l'Italia, con le sue città d'arte, le collezioni d'arte e antiquariato e i resti archeologici recentemente portati alla luce.
Il pittore tedesco, durante il soggiorno in Italia e in particolare in Sicilia, riproduce su tela, che firma in basso a sinistra, la veduta delle rovine dell'antico teatro greco di Taormina così come si presentava nella seconda metà dell'Ottocento, lasciando visibile nello sfondo la costa Jonica da una parte e la cima fumante dell'Etna dall'altra.
Sebbene il teatro sia abbandonato e se ne riconoscano appena le rovine, con colonne ed elementi strutturali ammassati al suolo e in parte coperti dalla vegetazione, la posizione splendida e certamente unica aveva reso, per gli artisti romantici, questo luogo uno dei prediletti appunto del Grand Tour.
E' questo ancora il tipico paesaggio romantico, in cui è la natura che domina, con qualche segno dell'antichità gloriosa e poche figure umane. Sulla destra si vedono in bambino sdraiato sull'erba, una donna con l'abito tradizionale e un cestino, e infine un uomo ben accomodato sul prato. Vicini, rivolti verso il teatro e oltre verso il mare, essi contemplano il paesaggio lasciando che noi, osservatori esterni, ne percepiamo la grandiosa bellezza.
Titolo: Veduta di Taormina
Autore: Gustave Adolf Amberger
Data: seconda metà secolo XIX
Tecnica: Olio su tela
Esposto in: Museo dei Cappuccini
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