All’inizio degli anni Sessanta Nivola inizia ad usare la terracotta per realizzare opere di piccolo formato, viste come una forma di espressione totalmente libera, alternativa al rigore richiesto dalle opere pubbliche, soggette alla volontà dei committenti e all’esigenza dell’architettura. Nivola con pochi gesti delinea paesaggi marini in cui piccole figure riposano sulla spiaggia o nuotano verso l’orizzonte. Negli anni Settanta Nivola, disilluso e disgustato dalla società contemporanea, realizza nuovi letti e spiagge, umoristici e sarcastici, spesso di aperto contenuto sessuale, e crea la serie delle Piscine, luoghi dello svago urbano in cui i corpi si ammassano e ogni rapporto con la natura è negato o distorto.