La statua di Venere rinvenuta nel 1958 durante i lavori per la costruzione di una casa lungo Via Colonia Giulia a Venafro (IS) è databile al II secolo d.C. Riprende il tipo della cosiddetta Landolina, una delle varianti di età ellenistica della Venere di Cnido del celebre scultore greco Prassitele. Si tratta probabilmente di una decorazione di fontana: dal delfino che l’affianca, infatti, doveva zampillare l’acqua. Già esposta nel Museo Nazionale di Chieti, è stata riportata nella città di Venafro in vista dell’apertura del Museo Archeologico. Certamente la statua si distingue per la bellezza plastica e la resa morbida delle curve; la particolare aderenza al corpo della veste e dell’acconciatura dà l’impressione che la dea abbia appena compiuto il suo bagno rituale. La Venere costituisce un simbolo della scultura di età ellenistica e rappresenta ancora oggi una delle attrazioni maggiori all’interno del Museo archeologico di Venafro.