Esposto in:
Piazzale della Pilotta, 15, Parma
Aperto, sta per chiudere: ultimo ingresso ore 17:45
Profilo verificato
La famosissima “dea” di Vicofertile (alta quasi 20 cm) era deposta in una tomba femminile datata alla metà del V millennio a.C. Interessante notare che è stata realizzata impiegando molteplici tecniche di manifattura e di rifinitura. Il tronco sembra fatto a stampo, ossia plasmando l’argilla contro una spalliera in legno; per la parte inferiore delle gambe si sono aggiunte masserelle d’argilla; braccia e naso sono applicati. I dettagli sono realizzati con asportazioni piccole o grandi di parti di argilla (capelli e un triangolo sotto i seni), con incisioni (occhi, dita), con solcature leggere (abiti e ornamenti?). Alla fine è stata aggiunta la coloritura bianca. L’esecuzione elaborata contrasta con essiccatura e cottura, effettuate in fretta, senza rispettare i tempi necessari per garantire all’oggetto durata e robustezza.
Possiamo dunque immaginare che queste ultime caratteristiche non fossero necessarie per la statuina, destinata ad una sepoltura. Per vari aspetti è simile a figurine neolitiche dell’Europa orientale: qui la donna seduta su trono o sgabello richiama una figura divina importante, riferibile alle forze rigeneratrici della Terra, mentre il colore bianco su oggetti legati alle sepolture (bianco che sappiamo essere anche oggi il colore del lutto nelle culture orientali) aveva forse il compito di ridare “vitalità a ciò che la morte ha strappato via”.
Titolo: Neolitico, Cultura dei Vasi a Bocca Quadrata. Divinità femminile da una sepoltura di Vicofertile (PR)
Autore: Anonimo
Data: V millennio a.C.
Tecnica:
Esposto in: Museo Archeologico Nazionale di Parma
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