Esposto in:
Piazzale della Pilotta, 15, Parma
Aperto, sta per chiudere: ultimo ingresso ore 17:45
Profilo verificato
Il bassorilievo in alabastro fiorito (pietra di gran pregio proveniente dal Nord Africa occidentale) giunse in Museo nel 1768 in seguito all'acquisto della collezione del gesuita Luigi Canonici. Proveniente forse da Roma, doveva costituire, in origine, l’umbilicus di una vasca circolare del diametro di circa due metri.
Le antenne o zampe di gambero molto stilizzate, che spuntano dalla testa del soggetto, permettono di identificarlo con il dio Oceano: origine non personificata di tutte le cose nell'Iliade omerica, pater rerum e forza creatrice della natura in Virgilio, limite dello spazio umano, Oceano intrattiene un rapporto privilegiato con gli astri, essendo l'elemento in cui tramontano e da cui risorgono; precede la generazione degli dei olimpici e rappresenta la forza feconda dell'acqua corrente, che unendosi a Teti ha generato Urano (il cielo) e Gea (la terra) e che alimenta tutti i mari, i fiumi e le fonti. Come simbolo di fecondità, rinascita e limite del mondo conosciuto, Oceano entra a far parte di culti misterici di origine orientale, come immagine della vastità dell'impero romano, rientra nella simbologia politica di Augusto, ma è in età severiana che la rappresentazione del dio conosce la sua maggiore diffusione.
I confronti stilistici permettono di datare il nostro bassorilievo tra la fine del II e l’inizio del III secolo d.C.: il suo modello iconografico proviene dall'Egitto ed è rilanciato in Occidente dai ritratti dell'imperatore Settimio Severo.
Titolo: Bassorilievo raffigurante Oceano in alabastro fiorito del Marocco,
Autore: Anonimo
Data: II secolo d.C.
Tecnica:
Esposto in: Museo Archeologico Nazionale di Parma
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