Il Museo, al primo piano nel ballatoio del Castello Aldobrandesco, è dedicato alla figura di David Lazzaretti (1834-1878), il “profeta dell’Amiata”, che si proponeva come strumento di Dio per compiere una grande missione riformatrice.

La vicenda umana, sociale e spirituale di Lazzaretti è ricostruita attraverso i molti oggetti che gli sono appartenuti, insieme ai documenti ed alle fotografie, agli stendardi ed ai disegni del movimento giurisdavidico da lui fondato. Esso rappresentò nel contesto storico della montagna amiatina, e più in generale nella storia delle classi subalterne dell’Italia post-unitaria, un momento utopico di grande suggestione e coinvolgimento. Attraverso due specifiche sezioni: una documentaria e l’altra espositiva, si vogliono dunque ricostruire gli eventi con l’ausilio di fotografie, dipinti, indumenti, e di una vasta documentazione bibliografica ed archivistica prodotta dal movimento lazzarettista.

La vita di David Lazzaretti si interruppe bruscamente nel 1878 durante una processione pacifica nei pressi di Arcidosso per mano di un militare, lasciando uno strascico di polemiche e processi. I suoi seguaci continuarono a popolare la vetta del Monte Labbro professando il Giurisdavidismo, basato su una relazione diretta tra il sociale e una nuova era della cristianità.

I luoghi, i personaggi, le esperienze che caratterizzarono la vita religiosa e sociale della comunità vengono presentati in un’ampia cornice costituita da materiale iconografico; la ricchezza del materiale prodotto dal “profeta dell’Amiata” e dal movimento da lui fondato è tale da sollecitare una molteplicità di interessi: storico-artistici, archivistici, antropologici ed ambientali.