Dal 23 giugno al 22 ottobre 2023
Nata nel 1937 e diffusa in Europa negli anni ’60 come macchina capace di produrre istantanee, la Polaroid ha rivoluzionato la fotografia. “Coloro che hanno utilizzato una Polaroid difficilmente possono dimenticare l’odore unico dell’emulsione per sviluppare la foto o il brivido dell’immagine istantanea”, scrive lo storico Matthias Harder. Nonostante fosse pesante e scomoda, almeno fino al modello pieghevole SX-70 del 1972, anche se le celebri cartucce erano piuttosto care, il fascino di tale apparecchiatura coinvolse sia gli amatori cui piaceva l’idea di immortalare la vita in diretta, sia quegli artisti che consapevolmente trovarono nel mezzo una nuova estetica.
Trattandosi il più delle volte di uno scatto rubato, venne facile la combinazione con la sfera dell’erotismo e della sessualità: sguardi indiscreti, voyeurismi insistiti, superamento di tabù e inibizioni.Oggi, con l’avvento e la diffusione del digitale il problema dello scarto non esiste più, e ciò che non piace viene immediatamente cancellato. Nella Polaroid invece si respirava una sorta di estetica “buona la prima” e, soprattutto, chi l’ha utilizzata in maniera continuativa si faceva prendere da un effetto di bulimia per cui era impossibile smettere. Mario Schifano alternava il lavoro sui dipinti con migliaia di foto nel suo studio, alcune polaroid, altre stampe di 13×18 centimetri sul formato cartolina, catturando frames dalla tv sempre accesa oppure “immortalando” improvvisate modelle che capitavano in studio a Roma, foto che poi ritoccava a mano con pennellate nervose e intuitive. Per Andy Warhol, invece, la Polaroid era in qualche modo funzionale all’idea di cinema, gli serviva per “provinare” gli attori che venivano ritratti in primo piano su sfondo neutro, ma anche per riprendere il gotha del jet set internazionale.
Tra le celebrities fotografate con la polaroid dal guru della Pop Art, gli artisti Jasper Johns, Keith Haring, l’attrice Liza Minnelli, il regista Paul Morrissey.Le polaroid di Andy Warhol sono state scattate tra il 1966 e il 1984. In quel periodo l’artista non si separava mai dalla sua fotocamera istantanea, ritenendola una vera e propria estensione del suo corpo. I soggetti ritratti sono principalmente volti noti, persone comuni e frequentatori della Factory.Mario Schifano viveva con la televisione sempre accesa. Scattava fotografie e polaroid in maniera forsennata davanti allo schermo, scegliendo poi le immagini che gli piacevano di più, ritoccandole con interventi di pittura. Tra i soggetti preferiti, le fotografie a tema erotico realizzate nella seconda metà degli anni Ottanta.
Via Santa Teresa, 12, Verona, Italia
Orari di apertura
apre - chiude | ultima entrata | |
lunedì | Chiuso | |
martedì | Chiuso | |
mercoledì | 12:00 - 20:00 | |
giovedì | 12:00 - 20:00 | |
venerdì | 12:00 - 20:00 | |
sabato | 12:00 - 20:00 | |
domenica | 10:00 - 20:00 |