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Terre in movimento
conclusa

Terre in movimento

Dal 11 maggio al 1 settembre 2019

MAXXI - Museo della Prova

MAXXI - Museo della Prova

Via Guido Reni, 4a, Roma

Apre tra poco: alle 07:00

Profilo verificato


Lo sguardo di tre grandi fotografi per raccontare un paesaggio che sta cambiando: Olivo Barbieri, Paola De Pietri e Petra Noordkamp sono i primi artisti coinvolti dal progetto Terre in movimento, a cura di Pippo Ciorra e Carlo Birrozzi (Soprintendente delle Marche), in collaborazione con Cristiana Colli, al MAXXI dall’11 maggio al 1° settembre 2019.
Tre autori per una committenza fotografica sul paesaggio marchigiano sconvolto dal sisma del 2016, che vuole restituire l’immagine di luoghi, opere d’arte, rovine, fragili insediamenti temporanei e persone che li abitano. Il progetto è promosso dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche, in collaborazione con il MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo e con l’Associazione Demanio Marittimo.Km-278. Presentata per la prima volta al pubblico lo scorso dicembre ad Ancona, nella Chiesa di San Gregorio Illuminatore, la mostra arriva adesso al MAXXI, nuova tappa del percorso di ricerca sulla fotografia fortemente sostenuto da Giovanna Melandri, Presidente della Fondazione MAXXI. «Con Terre in movimento abbiamo proseguito una linea d’azione che da sempre integra la promozione del linguaggio fotografico e la valorizzazione degli autori con la concezione del museo come un agente dinamico, un attore che esce fuori dalla sua “casa” per esplorare e dialogare attivamente con il territorio» - dice Margherita Guccione, Direttore MAXXI Architettura.
Al termine della mostra, infatti, i progetti esposti andranno ad arricchire le Collezioni di fotografia del museo. La mostra Le “terre in movimento” in cui si colloca la committenza sono le aree interne delle province di Macerata, Ascoli Piceno e Fermo, colpite tra l’agosto e l’ottobre del 2016 da uno sciame di violente scosse sismiche. Terre con un patrimonio unico di bellezze paesaggistiche, artistiche e architettoniche, alle quali il terremoto ha imposto una doppia, lacerante perdita: non solo ha distrutto edifici, abitazioni, monumenti, ma allo stesso tempo ha messo in crisi il tessuto culturale della comunità, quel legame intangibile che viene prodotto quotidianamente dall’interazione tra gli uomini e i luoghi colpiti dalla catastrofe. I tre artisti coinvolti dalla Soprintendenza delle Marche e dal MAXXI si sono messi immediatamente sulle tracce di questa memoria ferita. Attraverso l’immagine fissa o in movimento non hanno solamente cercato di raccontare il dramma delle rovine e della distruzione, ma si sono piuttosto concentrati sulle relazioni: tra le persone e il territorio, tra gli edifici danneggiati e quelli ricostruiti, tra i siti dai quali i beni e le opere d’arte sono stati tratti in salvo e quelli in cui attualmente vengono custoditi. La loro ricerca ha restituito tre progetti d’autore, caratterizzati da un’eterogeneità di attitudini, temperamenti e linguaggi. Il progetto di Olivo Barbieri affronta a viso aperto i traumi del territorio, oscillando fra tre punti di osservazione diversi e complementari: quello dall'alto, che restituisce su grande scala l'entità del disastro; quelle dal basso, in cui sembra possibile ancora identificarsi con le prospettive rinascimentali che hanno disegnato il paesaggio della cultura urbana italiana, e quello ravvicinato degli oggetti d'arte, recuperati dalle macerie e restituiti a una nuova vita. Paola De Pietri indaga la relazione tra i luoghi del quotidiano distrutti, i nuovi spazi di intimità da costruire negli insediamenti temporanei e le persone che li abitano. De Pietri ha fotografato le case lacerate dal sisma, gli oggetti ritrovati, censiti e catalogati nei depositi, i cantieri per la costruzione delle nuove abitazioni temporanee, immaginandoli soprattutto come spazi famigliari e intimi frantumati e non ancora ricostituiti. Lo sguardo di Petra Noordkamp, infine, lavora direttamente sul “trauma”, si posa sui segni del passaggio e dell’interruzione improvvisa del tempo, sulla persistenza della memoria e sulle tracce che essa lascia. L'artista si concentra in un primo momento sul territorio di Arquata del Tronto e Visso, esplorando le abitazioni private distrutte ma ancora dense di oggetti, ai quali di donare attenzione, registrandone e preservandone la memoria. Noordkamp, il cui progetto è stato realizzato anche grazie al sostegno dell’Ambasciata dei Paesi Bassi, visita poi i magazzini di Ancona e San Severino Marche in cui sono custoditi centinaia di sculture e dipinti salvati dalle chiese devastate, ritraendoli imballati in carta da archivio e plastica a bolle. «L’obiettivo non viene puntato su questo o quel soggetto ma su qualcosa di immateriale, che è sospeso sui luoghi, che è ogni giorno più a rischio, e che è ancora in attesa di essere “restaurato”. O che comunque tutti stiamo cercando di restaurare. - dice Pippo Ciorra - Il merito dei tre artisti è di aver compreso immediatamente questa condizione, e di essersi predisposti da subito a cercare di cogliere lo spirito ferito di questi luoghi.» "Terre in movimento" è un contesto di riflessione ampia sulle trasformazioni del paesaggio in quanto risultato di un patrimonio culturale e di relazioni, senza i quali nessun modello di sviluppo a traino culturale potrà essere pensato né costruito. Il lavoro dei tre artisti coinvolti non rappresenta solo un risarcimento per il territorio, ma ha l’ambizione di dare inizio a una ricerca artistica più ampia e con più voci sulla metamorfosi del paesaggio marchigiano. «Questa esperienza si caratterizza a tutti gli effetti come un prototipo che pone al centro del proprio agire il valore - spiega il Soprintendente Carlo Birrozzi - il valore del patrimonio esistente, di progetti autoriali differenti per mezzo e linguaggio; dell’occasione per la costruzione di nuovo patrimonio e collezionismo pubblico a disposizione delle comunità locali e professionali, nazionali e internazionali; del processo di programmazione culturale di filiera che ha coinvolto artisti, editori, comunicatori, architetti nel progetto che vede la mostra come ulteriore moltiplicatore di opportunità per ripensare non solo le aree del sisma.» Il progetto è raccontato in una ricca pubblicazione edita da Quodlibet, con testi di Giovanna Melandri, Carlo Birrozzi, Stefano Catucci, Pippo Ciorra, Cristiana Colli, Margherita Guccione, Emanuele Marcotullio.

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giovedì 10:00 - 11:00
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venerdì 07:00 - 08:00 07:30
07:00 - 08:00 07:30
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domenica 11:00 - 19:00 19:00

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