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Boccioni prima di Boccioni
Boccioni prima di Boccioni
Boccioni prima di Boccioni
Boccioni prima di Boccioni
conclusa

Boccioni prima di Boccioni

Dal 24 novembre al 3 dicembre 2023

Gabinetto dei Disegni

Gabinetto dei Disegni

Piazza Castello, Milano

Chiuso temporaneamente

Profilo verificato


In occasione della terza edizione della Milano Drawing Week (dal 25 al 3 dicembre 2023), ideata dalla Collezione Ramo e dedicata al confronto tra disegno moderno e contemporaneo, questa mostra presenta al pubblico dei capolavori di Boccioni che mai erano stati così accostati da quando sono usciti dallo studio dell’artista.

La raccolta del Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco di Milano custodisce sessantuno opere su carta di Umberto Boccioni realizzati tra il 1906 e il 1916. Da questo corpus di lavori emergono tutte le tappe del percorso stilistico di uno dei più importanti artisti del secolo scorso italiano e internazionale. La mostra indaga la fase divisionista e il momento iniziale del passaggio futurista fino al 1912, mettendo a confronto per la prima volta disegni coevi appartenenti alla milanese Collezione Ramo e alle raccolte civiche. Capolavori qui affiancati come nello studio dell’artista pronti a svelarsi nell’intensità di quel segno che ha generato la rivoluzione futurista. Questo incontro tra due collezioni milanesi si incentra su questi temi: il ritratto di figura femminile in interno e il paesaggio urbano che si va velocemente industrializzando.


Riguardo al ritratto femminile, di straordinaria importanza per lo stesso artista è stato Controluce che descrive una giovane donna sullo sfondo di una periferia cittadina, il cui volto è irradiato da una pioggia di luce proveniente dalla retrostante finestra. Questo disegno, oltre che derivare dall’idea di fusione della figura con l’ambiente circostante, già perseguita dalla ricerca rivoluzionaria di Medardo Rosso, indica la via per la svolta decisiva futurista incentrata sulla compenetrazione dei piani e sugli effetti di trasparenza ottica che Boccioni andrà poco dopo sviluppando. Il tratto ancora filamentoso di derivazione divisionista che si ritrova in composizioni precedenti come La Signora Sacchi del 1907 e La madre che legge e La madre (1911) è poi del tutto superato da un nuovo stile decisamente futurista espresso nei due disegni (uno di Collezione Ramo e uno delle Civiche Raccolte di Milano dall’omonimo titolo: La madre seduta con le mani incrociate. Protagonista di questi due disegni è ancora una volta la figura della madre, centrale nello svilupparsi dello stile boccioniano, interpretata secondo la compenetrazione del telaio della finestra nella testa che sembra riecheggiare il “Manifesto tecnico della pittura futurista” del 1910 in cui si dichiara la necessità di riprodurre l’atmosfera che avvolge una figura, non la sola figura. Questi disegni, per la prima volta affiancati in una mostra, porteranno poi al dipinto Materia, in cui la madre non è più di tre quarti ma di fronte e la compenetrazione si complicherà con la solidificazione dei fasci di luce e l’entrata delle case e della strada da dietro.

Riguardo al tema della periferia industriale di Milano, il bozzetto per il quadro Crepuscolo descrive via Isonzo vista da via Adige dove l’artista abitava e dove ha realizzato i suddetti ritratti. La presenza di uno schiacciasassi sulla sinistra, di un traliccio elettrico, di ciminiere lontane, descrive il momento di trasformazione della zona ancora di campagna in procinto di coprirsi di palazzi e strade carreggiate.


Nel piccolo studio per La città che sale (l’omonimo dipinto presso il Museum of Modern Art di New York presenta una soluzione compositiva poi risolta in modo differente da questo bozzetto) in primo piano troneggia il cavallo con i lavoratori, e il dinamismo dell’avanzata diventa protagonista assoluto sullo sfondo di ciminiere fumanti.

Peculiare di questo periodo stilistico è l’appuntare sul foglio i nomi dei colori e degli effetti luministici che avrebbe realizzato. Si ritrova infatti la stessa modalità di ragionare nello studio per La Sorella al balcone dove, in corrispondenza di alcune zone del futuro dipinto, Boccioni aveva appuntato l’effetto del chiaroscuro sia con la sigla ‘ch’ che con il tratteggio a inchiostro.

In questi anni caratterizzanti il passaggio da una fase ancora divisionista, legata alla frequentazione milanese di Gaetano Previati e a quella romana del primo Balla, è senza dubbio centrale il ragionare creativo su carta prima che su tela, anche con disegni di valore autonomo oltre che bozzetti.L’uso del colore come strumento ottico e la fusione del soggetto con l’ambiente circostante nell’atmosfera luminosa (cui si accompagna una particolare attenzione per l’aspetto psicologico, tipica del periodo prefuturista) accomunano i disegni in mostra, imprescindibili per la maturazione artistica di Boccioni.

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Piazza Castello, Milano, Italia

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