logo
IT
EN
FR
DE
ES
logo
IT
EN
FR
DE
ES
Giovanni Franceschetti Carolina Lera Brozzoni in veste di Flora
Giovanni Franceschetti Carolina Lera Brozzoni in veste di Flora
Giovanni Franceschetti Carolina Lera Brozzoni in veste di Flora
in corso

Giovanni Franceschetti Carolina Lera Brozzoni in veste di Flora

Dal 20 dicembre al 31 dicembre 2025

Pinacoteca Tosio Martinengo

Pinacoteca Tosio Martinengo

Via Martinengo da Barco, 1, Brescia

Chiuso adesso: apre alle 10:00

Profilo verificato


Martedì 15 ottobre 2019 inaugura presso la Pinacoteca Tosio Martinengo una nuova tappa di PTM ANDATA E RITORNO, il progetto della Fondazione Brescia Musei che ha preso il via lo scorso aprile con l’opera di Pietro Vannucci, alias Perugino, la Presentazione al tempio, e che trasforma le “partenze” collegate alle richieste di prestito in “arrivi” di opere ospiti: un’occasione per accogliere nelle sale della nuova Pinacoteca capolavori che dialoghino con la collezione permanente, dando l’opportunità a bresciani e turisti di reinterpretare costantemente il corpus della collezione della Pinacoteca.

La seconda tappa di PTM A/R avrà come protagoniste un’opera delle collezioni civiche: la statua di Giovanni Franceschetti, Carolina Lera Brozzoni in veste di Flora, che troverà spazio nella sala XXI della Pinacoteca in assenza del Busto di Eleonora d’Este di Antonio Canova, prestata alla Galleria di Arte Moderna GAM di Milano per la mostra Canova.

In attesa della terza tappa del percorso, che si terrà il prossimo dicembre, il pubblico potrà ammirare Flora fino al 24 febbraio 2020.

L’opera del secondo appuntamento con PTM ANADTA E RITORNO - curato da Roberta D’Adda, conservatore di Fondazione Brescia Musei, insieme ai contributi di Bernardo Falconi, storico dell’arte che ha eseguito le ricerche su Niobe, e Alessio Costarelli, storico dell’arte che ha eseguito le ricerche su Flora - rappresentano una variazione rispetto alla prima edizione del progetto in quanto non proviene da un altro museo, ma dai depositi entro cui sono conservate tutte le opere che non hanno una collocazione stabile nell’abituale percorso di visita. Entrambe conoscono oggi nuova luce, grazie anche ai contributi privati: la statua di Franceschetti, scelta in virtù della sua bellezza e della sua rappresentatività, è stata restaurata grazie al contributo raccolto dall’Associazione ex Dirigenti del Gruppo Banca Lombarda e Piemontese – che ricordiamo ha sostenuto lo scorso anno il restauro del Laocoonte di Luigi Ferrari.

Carolina Lera Brozzoni in veste di Flora fu commissionata al bresciano Franceschetti (allora nemmeno trentenne) da Camillo Brozzoni, il collezionista e mecenate la cui memoria è più volte richiamata nelle sale della Pinacoteca: a lui si deve infatti la notevole e ricca collezione di arti decorative dalla quale provengono buona parte degli oggetti preziosi esposti nelle vetrine del Museo, a cominciare dai vetri veneziani, nonché alcune opere di arte antica come il Ritratto di canonico lateranense di Sofonisba Anguissola.

Come l’Eleonora d’Este, anche questa Flora è un potente omaggio alla scultura classica e all’ideale della bellezza e delle virtù femminili. In questo caso, però, la donna celebrata non è una musa del passato, ma la moglie del collezionista, Carolina Lera. E la dimensione ideale di riferimento non è quella della poesia, bensì quella della natura o, più precisamente, della botanica: un interesse che univa Brozzoni e la consorte, e che nella scultura è richiamato dalla scelta di presentare la donna come la dea Flora, identificazione rafforzata dalla presenza della corona di fiori e dalla camelia. L’opera consente quindi di allargare la riflessione su questa interessante figura di collezionista alla parte scientifica delle sue raccolte e, in particolare, al grande parco che aveva creato presso la sua villa in località Borghetto, vicino a Porta San Nazaro (attuale via Corsica). Anche la villa e il giardino – con le serre e la collezione delle piante rare e delle camelie - erano parte del legato con il quale Brozzoni lasciò alla Città le sue raccolte artistiche. Nel 1907 il giardino fu chiuso, dando l’avvio a un processo che portò negli anni Settanta del Novecento a dichiararlo terreno edificabile, cancellandone definitivamente il carattere originario. Attraverso la simbolica presenza di questa Flora si riannoda quindi, idealmente, il legame con una parte perduta della cultura bresciana dell’Ottocento.

Leggi di più

Info e orari

pointer icon

Via Martinengo da Barco, 1, Brescia, Italia

Apri la mappa


Orari di apertura

apre - chiude ultima entrata
lunedì Chiuso
martedì 10:00 - 18:00 17:15
mercoledì 10:00 - 18:00 17:15
giovedì 10:00 - 18:00 17:15
venerdì 10:00 - 18:00 17:15
sabato 10:00 - 18:00 17:15
domenica 10:00 - 18:00 17:15


Altre Mostre

a Brescia