Ecco una donna in odore di santità. Immobile e silenziosa, Santa Elisabetta d'Ungheria, canonizzata nel XIII secolo, si staglia, pallida, su uno sfondo più scuro composto da linee sottili. Il bagliore dell'oro rosa la illumina. Intervento divino! I fiori sostituiscono i pani che distribuiva ai poveri contro il consiglio del marito.
Dopo aver studiato in Accademia, prima a Vienna e poi a Parigi, List fece amicizia con Gustave Klimt. Nel 1905 fondarono la Seconda Secessione viennese, che insorse contro un'arte sclerotica. La sua pittura si caratterizza poi per le sue figure femminili, ispirate alla poesia nordica, alla storia medievale e alla mitologia. Nel 1907 partecipò alla mostra del gruppo, per la quale dipinse un trittico dedicato a Santa Elisabetta da cui è tratto questo pannello.
Esposto a Vienna, il trittico venne subito disperso. Il museo conserva i due pannelli laterali. L'elemento centrale, orizzontale, è conservato in un'altra collezione.
List è stato ispirato dai pittori del primo Rinascimento con la sua scelta della tempera, una pittura legata all'uovo, una tecnica utilizzata nella creazione di icone e affreschi. A questo avvicinamento contribuisce anche l'uso dell'oro, come nelle opere dei senesi Bartolo di Fredi e Sano Di Pietro.
Espressione plastica della letteratura simbolista, questo dipinto vuole essere contrario alla realtà visibile e al naturalismo. Coltiva il gusto per il bizzarro e il mistero, facendo appello all'immaginazione. Gli artisti di questa corrente illustrano un ideale perduto, traendo ispirazione dal passato, mitologie, racconti e leggende.
© Musée des beaux-arts de Quimper.
Titolo: Il miracolo delle rose
Autore: Wilhelm List
Data: 1907 circa
Tecnica: Olio su tela
Esposto in: Musée des beaux-arts de Quimper
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