La ricerca di Victor Vasarely si basa su una forma di costruttivismo geometrico che, a partire dalle esperienze concretiste, dà un contributo fondamentale all'affermazione dell'arte cinetica e visuale. Nel 1955, in occasione della mostra Le Mouvement alla Galleria Denise René, Vasarely pubblica il Manifesto giallo, programma del movimento e del "cinetismo". Tra il 1960 e il 1965 l'artista si dedica quindi ad una serie di opere in cui evolve il suo “alfabeto plastico” creando un sistema basato su una griglia che stabilisce relazioni modulari tra forme e colori. Questo periodo, che corrisponde alla produzione delle serie Alphabet Plastique e Folklore Planetaire, è caratterizzato dalla reintroduzione del colore. Nella prima serie, alla quale G.D.4. appartiene, ogni dipinto è basato su 15 forme di partenza che derivano dal cerchio, dal quadrato e dal triangolo. Le variazioni su queste forme-base si sviluppano e vengono dipinte utilizzando differenti scale di colori e tonalità. Ogni unità “plastica” all’interno della griglia possiede un primo e secondo piano. Quello che crea Vasarely è un linguaggio programmato che permette infinite permutazioni di forme e colori per dare vita a opere uniche. Nel caso di G.D.4 Vasarely fa dialogare una combinazione di forme - il cerchio e il quadrato - con una precisa scelta di colori - il rosso, il blu e il viola.