Il retablo del Santo Cristo appartenne in origine alla Chiesa conventuale oristanese consacrata al Santo d’Assisi.
Venne pagato nel 1533 dai Minori di Oristano al pittore Pietro Cavaro di Stampace (Appendici di Cagliari).
Il Cavaro, nato a Stampace da una famiglia di pittori, con bottega sin dal Quattrocento, ebbe una formazione tra Barcellona, dove risulta iscritto al gremio dei pittori nel 1508, e Napoli, dove forse aveva sposato in prime nozze la vedova catalana Joana Godiel. Il polittico è suddiviso tra la Sacrestia della chiesa di San Francesco con la pala centrale e l’Antiquarium Arborense con quattro scomparti laterali e cinque scomparti di predella o dei polvaroli. Lo scomparto delle Stigmate mostra il santo inginocchiato nell’atto di ricevere le piaghe di Cristo, immerso in un paesaggio fiammingheggiante di colli erti coronati da cupi alberi, su cui si staglia una chiesa con un convento, nello sfondo d’un cielo carico di nubi bianche e grigie, aperto sul Cristo crocifisso che dardeggia Francesco. I quattro scomparti laterali raffigurano in dotta conversazione i Santi Caterina e Apollonia, Bernardino e Ludovico da Tolosa, Stefano e Nicola di Bari, Antonio da Padova e Bonaventura. Le cinque tavole minori, appartenenti alla predella o ai polvaroli, rappresentano, infine, i santi martiri francescani del Marocco, Accursio, Pietro, Adiuto, Ottone e Bernardo.
Titolo: Santo Cristo o delle stigmate
Autore: Pietro Cavaro
Data: 1533
Tecnica: Tempera on board
Esposto in: Museo Antiquarium Arborense
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