L’opera di Sironi fu una delle più apprezzate da Verzocchi e dalla critica. L’artista ha espresso la sua poetica in modo magistrale, creando una composizione a tre scomparti dai pesi bilanciati e giocata su una gamma cromatica terrosa che rimanda simbolicamente all’argilla del mattone che l’uomo in alto a sinistra sta lavorando (Marullo, 2003).
“Mi si chiede un commento a… me stesso. Nel mio quadro tutto mi sembra abbastanza chiaro anche se certa logica di tale rappresentazione non è consueta. Tradurre il mio dipingere in termini critici? Cotesto è un male tutto italiano. Il critico ha la pretesa di prendere un quadro, metterlo in un alambicco, scaldare, manipolare, e trarne un composto spesso verde marcio o viola livido. Il tutto, collocato in bottiglia, in fila con altre sopra uno scaffale, è la pittura. Basta bere alla bottiglia e la pittura è vista e goduta. Ciò sarà utile a tanti, ma non garba a certi pittori che non possono apprezzare prodotti e menzogne sintetiche in luogo del carne e ossa di cui sono composti”. (M. Sironi, 1949-1950)
Testi: Lorenza Montanari, Martina Neri - Unità Musei del Comune di Forlì
Titolo: Il Lavoro
Autore: Mario Sironi
Data: 1949 - 50
Tecnica: Olio su tela
Esposto in: Palazzo Romagnoli
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