Firmatario nel 1910 del Manifesto dei pittori futuristi e del Manifesto tecnico della pittura futurista, Luigi Russolo è presente nel 1912 alla prima collettiva futurista parigina alla Galleria Bernheim-Jeune. Nel 1915 si arruola volontario in guerra. Nel dicembre del 1917 viene gravemente ferito alla testa, subendo un lungo ricovero. La ripresa dell’attività artistica dopo la tragica esperienza al fronte è guidata da un fermo proposito di revisione del processo analitico, scompositivo e dinamico, emblematico della fase futurista, in favore di una “larga, ampia e sintetica visione plastica”. Le prove degli anni Venti, quindi, sono caratterizzate dalla pennellata breve, spezzata, impetuosa e dai contrasti accesi e violenti propri delle tele futuriste e da un’inedita componente volumetrica su cui si innesta quella tensione emotiva e introspettiva più che mai evidente negli autoritratti. Nell’intera opera si riverbera poi il vivo sentimento di musicista votato alla sperimentazione, nonché vi aleggia l’interesse, sempre coltivato, per le scienze occulte e le filosofie orientali.
Autoritratto, databile tra il 1920 e il 1925, denota la predisposizione di Russolo alla resa grafica istantanea, senza ripensamenti, che ne ha determinato il successo come incisore. L’incrocio di segni, si esalta in un reticolo di rabbiose sferzate di carbone, sovrapposte alla più fluida tessitura pittorica di sanguigna e pastello per marcare le zone d’ombra e imbastire la chioma indisciplinata. Il trattamento veemente delle superfici individua una monocromia aspra, enfatizzata dall’interferenza disarmonica delle trame di matita nera e rossa che descrivono una fisionomia allucinata. Di lavorazione irruenta, scabra ed essenziale, il volto affilato e sofferente galleggia sul foglio come sospeso in un vuoto dell’anima. Lo sguardo ferocemente indagatore, alterato, sebbene fiero e attento, scruta se stesso con spietata sincerità, indugiando sulle orbite incavate e sulle rughe d’espressione, abbozzando il resto.
Sul retro dell’opera due schizzi a carboncino: un accenno di volto e un più completo studio di nudo, sostanziato da un disegno pittorico morbido e sinuoso che delicatamente accarezza le curve della modella.
Titolo: Autoritratto
Autore: Luigi Russolo
Data: (1920 - 1925)
Tecnica: Sanguigna e carboncino su carta
Esposto in: Pinacoteca il Divisionismo
Tutte le mostre in corso ed in programma dove sono presenti opere di