La Madonna e il Bambino sono raffigurati all’interno di un’edicola marmorea costruita su modelli tratti da Donatello e Mantegna: l’architettura è decorata con amorini, candelabri, vasi ed altri ornamenti in marmo policromo e in bronzo. L’insieme si ispira alle architetture e alle sculture antiche, note al pittore anche grazie agli esemplari raccolti nella vivace bottega padovana dello Squarcione, dove Lo Schiavone compì il suo alunnato negli anni Cinquanta del Quattrocento. In bilico sul parapetto, in primissimo piano, un piatto colmo di frutti (pere, mele e limoni) rappresenta uno dei più bei particolari di tutta l’opera dello Schiavone e un magnifico brano di natura morta ante litteram, che richiama i frutti sparsi in abbondanza nella ghirlanda al centro dell’arco, ancora memore di modelli classici. La tavola, un capolavoro di sottigliezza, lucentezza e finezza degna di una miniatura, fu acquisita dalla Galleria Sabauda nel 1879 tramite un acquisto dal conte Benucci di Senigallia. Firmato in basso al centro «opus sclavoni dalmatici squarzoni S».