Attribuito inizialmente a Sodoma, è stato riconosciuto a Leonardo da Vinci da Adolfo Venturi, come studio per la testa e il mezzo busto della Leda con il cigno, celebre soggetto perduto del maestro fiorentino noto da alcune copie pittoriche antiche e da disegni originali. Alcune proposte hanno tentato di riferire il disegno all’ambito di Cesare da Sesto o di Gianpietrino e infine a Francesco Melzi, il più fedele discepolo ed erede di tutti i manoscritti e disegni di Leonardo. Il disegno, su carta preparata rossa, è una straordinaria prova grafica realizzata in pietra rossa, di cui Leonardo sperimentò per primo le potenzialità, trasmettendole poi alla sua cerchia. Il recente restauro del disegno condotto dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze ha reso più apprezzabili le qualità della stesura, evidenziando modalità stilistiche tipiche della maniera leonardesca come i segni di incisione, il tratteggio, la distribuzione morbida e omogenea dello sfumato e l’accurato intreccio dei capelli sul capo della donna.