Il dipinto fa parte di una serie di dodici tele del pittore fiammingo Jan Wildens che illustrano i mesi dell’anno in rapporto alle varie attività umane, agricole, del lavoro e dello svago caratterizzanti le differenti stagioni. L’intero ciclo, documentato per la prima volta a Palazzo Rosso alla fine del XVIII secolo, quando era ancora attribuito a GotfriedWaals, nel corso dell’Ottocento fu diviso nelle diverse residenze Brignole - Sale per poi pervenire alle collezioni civiche – a due riprese e incompleto – per mezzo della donazione e del legato della duchessa di Galliera: Maggio, Giugno, Luglio, Agosto e Settembre furono infatti destinati a Palazzo Rosso, mentre Gennaio, Aprile e Novembre a Palazzo Bianco. Riuniti in un’unica sede espositiva, mancano a completare la serie originaria i mesi di Marzo e Ottobre, rimasti nell’antica villa Brignole - Sale del sobborgo genovese di Albaro, ora sede di una congregazione religiosa, Dicembre, identificato in una tela di collezione privata, e Febbraio, attualmente disperso. Il soggetto, tipico della tradizione iconografica fiamminga, ebbe grande diffusione a Genova dove, molto probabilmente, si trattenne lo stesso Wildens nel corso del suo soggiorno italiano, protrattosi dal 1613 al 1616; il ciclo è datato al 1614, in considerazione del fatto che almeno tre delle tele di questa serie riportano proprio questa data. La scena dedicata al mese di Gennaio è ambientata in una vasta pianura coperta di neve, attraversata da un fiume gelato che occupa la parte destra del dipinto; la sinistra è invece animata da un gruppo di casette e da una chiesa. Il paesaggio, tipicamente fiammingo, è affollato da numerose persone occupate in diverse attività: pattinatori sferzati dal vento, bambini con la slitta o che gettano palle di neve, donne che portano a casa il pane appena acquistato, tutti ritratti con realismo estremo, attento ai particolari più aneddotici e, talvolta, faceti del racconto.