Il contributo di Giovanni Luca Durazzo fu determinante per l’acquisto del palazzo di via Balbi nel 1679 da parte del fratello Eugenio. Tra i diversi incarichi a servizio della Repubblica Giovanni Luca rivestì per la seconda volta nel biennio 1669-1670 quello di ambasciatore genovese presso la corte papale. Durante quel soggiorno a Roma, molto probabilmente, cadde l’esecuzione dello straordinario dipinto del pittore fiammingo, uno dei maggiori ritrattisti della nobiltà romana nel secondo Seicento. Il patrizio genovese veste secondo i dettami della moda tardo Luigi XIV una cravatta di merletto veneziano, la giacca nera impreziosita da un’elegante frangia di merletto e una parrucca di riccioli bruni. La penetrante vividezza dell’espressione, lo sguardo che inclina al sorriso, la tecnica raffinata, ne fanno uno dei ritratti di qualità più alta della collezione del museo genovese.