L’opera è preceduta da un bozzetto in cui alcune figure di manovali distribuite sul proscenio, anonime masse scure piegate sulle pesanti carriole danno vita a un ulteriore omaggio all'epopea dei lavoratori conforme alla tematica de Il Quarto Stato. Il Ponte subisce nel tempo una radicale metamorfosi per cui l'eloquente messaggio sociale viene sostituito da un più sottile contenuto simbolico. Tela di notevoli dimensioni, la composizione è imperniata sulla solida struttura lineare del ponte e sulla curvatura ad esse che lo interseca al centro formata dal letto del torrente, sulla terra, e dalla traiettoria della nuvola, in cielo, collocate nel piano mediano verso destra, le tre sagome in controluce di un uomo prono sull'acqua a dissetarsi e di una donna con in braccio un bambino, poco più in là un pastore che si allontana con lo sparuto gregge appena visibile nella penombra. Tutto intorno, il nulla: solo la pace silenziosa della sera che cala lenta e inevitabile. Dopo la non entusiastica accoglienza del quadro alla Biennale di Venezia del 1905, Pellizza opera una vera e propria revisione generale, definendo tra gli altri elementi, un più rilevato profilo della catena montuosa sullo sfondo, omaggio ai temi e modi di Giovanni Segantini.