Il dipinto fa parte del periodo in cui l’artista intraprende un cambiamento decisivo nella sua carriera, quando, allontanandosi dalla pittura figurativa, inizia a sperimentare uno stile geometrico astratto che porta alla nascita di un vocabolario personale di forme, come le tipiche a pettine irregolare o forchetta.
“Poteva sembrare contraddittorio, per me, accettare di sovraimporre un tema dato all'ordine di ricerche (in apparenza isolate) che andavo perseguendo da un anno: tema «il lavoro». La contraddizione era solo esterna, e il tema, anzi, cadde opportuno per la mia fondamentale intuizione. Non il mito, ma l’essenza medesima del lavoro. Devo tuttavia rilevare che ogni traduzione verbale, è per sua natura, impropria e generica. E quasi mi sarei rifiutato di farla, se non mi fosse necessario dichiarare questo: non sarà stato uno dei profitti meno significativi nei nostri anni inquieti l’essere noi pervenuti, lentamente, ma adeguatamente, a stringere nel più accanito e ineffabile sentimento grafico quel nucleo che era destinato e forse promesso ai nostri procedimenti di ideazione”. (C. Capogrossi, 1950)
Testi: Lorenza Montanari, Martina Neri - Unità Musei del Comune di Forlì
Titolo: Lavoro
Autore: Giuseppe Capogrossi
Data: 1950
Tecnica: Acrilico su carta attaccato su tela
Esposto in: Palazzo Romagnoli
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