Gentiluomo di antica nobiltà reggiana, dopo una breve carriera militare entra a far parte di una organizzazione carbonara: per questo viene condannato a morte nel 1822, ma resce a fuggire in esilio e diventa uno dei più intimi amici e collaboratori di Mazzini. Antimonarchico, convinto sostenitore dell’associazionismo, della democrazia e del diritto all’istruzione e al voto, è attivo in politica e nella diffusione delle idee Mazziniane. Muore a Lugano nel 1568.