Gerhard Richter viene considerato uno dei più grandi artisti viventi, convinto sostenitore del potere ancora attuale della pittura nel XXI secolo. Sebbene l’artista nella sua lunga carriera sia passato dalla pittura figurativa (ritratti, paesaggi, città, montagne, nuvole) all’intuizione del valore della fotografia come elemento pittorico, ha sempre alternato a questi momenti altri periodi dedicati alla pittura astratta. “L’Astrazione è per me il quotidiano, è normale come camminare o respirare” diceva. Come documenta il catalogo ragionato dell’artista, a partire dal 1966 Richter inizia a esplorare una vasta gamma di monocromie grigie, generalmente denominate Dipinti Grigi”. Questa produzione, che notevolmente incrementa negli anni settanta, è stata spesso interpretata come una riaffermazione della purezza dell’artista. Attratto dalla neutralità del colore, Richter dà vita ad una vasta quantità di dipinti - differenti per dimensione, tonalità cromatica, grado di visibilità ed orientamento della pennellata. “Grey is the epitome of non-statement”, osserva Richter, ‘it does not trigger off feelings or associations, it is actually neither visible nor invisible... Like no other colour it is suitable for illustrating ‘nothing” - La pittura grigia non narra, non ispira sentimenti, né associazioni, né immagini. Essa non vuole alludere a nient’altro che a sé stessa, o paradossalmente, al nulla che il colore grigio ha il potere di illustrare.