Deposito dello Stato nel 1896, passaggio di proprietà dallo Stato al Comune di Quimper nel 2013
Presto, guarda la città di Ys immergersi all'orizzonte prima che scompaia! La rabbia divina si è espressa, proprio come quel cielo minaccioso. Inseguiti nella loro fuga da un'onda che si infrange, il re Gradlon e Saint Guénolé sembrano fuggire dal quadro, mentre la principessa Dahut lotta per la sua sopravvivenza. Con un susseguirsi di curve e colori caldi che suggeriscono azione, l'artista attira lo sguardo al centro della tela. Il cavallo del re si impenna sotto il peso dei peccati della bella Dahut, responsabile con la sua vita frivola della distruzione della bretone Atlantide. La condanna proviene dal monaco con l'aureola. Cosa invoca quel dito che indica il cielo? Sicuramente la voce di Dio che ordina al re di far annegare sua figlia.
Questa leggenda proviene dalla raccolta di canti popolari Le Barzaz-Breiz del folklorista La Villemarqué.
Nell'affrontare questa leggenda, Luminais è associato al movimento celtico della fine del XIX secolo. Il museo conserva anche il bozzetto preparatorio dell'opera, di dimensioni più modeste. Non ha la stessa forza evocativa di questo immenso dipinto, destinato al Salon. A Parigi, all'interno di una fitta esposizione, si distinguevano solo i grandi formati.
© Musée des beaux-arts de Quimper.
Titolo: La fuga del re Gradlon
Autore: Évariste-Vital Luminais
Data: 1884
Tecnica: Olio su tela
Esposto in: Musée des beaux-arts de Quimper
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