L'opera è composta da una tela verniciata in bianco applicata su telaio ligneo e su chiodi che la tendono formando rilievi disposti in modo regolare.
Castellani, dopo aver esordito negli anni '50 con opere di tipo informale, si accosta a Fontana, realizzando poi superfici monocrome animate da rigonfiamenti e piegature ottenute sagomando il telaio o supportando la tela con centine o chiodi che ne tendono la superficie. L'opera in questione, datata 1970, si colloca a metà tra una tela dipinta e un bassorilievo scultoreo. L'artista offre una prova delle sue ricerche ottico-percettive su fondo monocromo con la tela estroflessa e introflessa tramite chiodi che ne modificano la superficie. Questa ricerca visiva e materica attuata attraverso la tensoflessione della tela provoca nello spettatore una sensazione di moto della superficie, che appare modulata attraverso un gioco di luci e ombre. Uno dei caratteri fondamentali nelle opere di Castellani è proprio il senso vibratile, reso attraverso il senso ritmico e plastico delle superfici.
Titolo: Superficie bianca
Autore: Enrico Castellani
Data: 1970
Tecnica: Acrilico su tela estroflessa
Esposto in: Museo della Città di Livorno
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