Esposto in:
Via dei Musei, 81/b, Brescia
Aperto, sta per chiudere: chiude alle 18:00
Profilo verificato
In Santa Giulia, nel Viridarium – Parco delle sculture, che oltre a numerosi reperti e monumenti funerari di epoca romana già ospita il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto e Untitled di Ariel Schlesinger, sul crinale verde che si estende verso nord è il grande Mondo d’acciaio, mappamondo in acciaio che emerge dal prato, che grazie al potente diametro di 4 metri si confronta in equilibrio proporzionato con lo spazio ampio e monumentale in cui si trova. Quasi una palla che invece di rotolare è appuntata al terreno dall’asse terrestre, sui meridiani e i paralleli costituiti da solido acciaio l’opera presenta le superfici opache delle terre emerse, le placche dei continenti, sulle quali il maestro, utilizzando il consueto lessico della cancellatura, copre i nomi delle singole città. Tutti tranne uno, quello di Brescia, che lascia in evidenza con il nome latino, Brixia, come se solo questa città tra tutte potrà essere conosciuta e potrà sopravvivere all’oblio della cancellatura. L’artista, di fronte all’imponenza dei resti archeologici dell’antica Brixia, che frequenta almeno dal 1957 e che ha visto nel tempo progressivamente scavati, restaurati, valorizzati e narrati, si interroga infatti sulla forza di determinazione delle origini negli sviluppi della storia e ne rivendica il ruolo fondamentale. Con la sua opera il maestro intende dare alla città una possibilità di storia autonoma e riconoscibile, pienamente meritata da quanto ne resta e da come Brescia ha saputo tutelare il passato in costante dialogo e confronto con la sua contemporaneità.
La radice di romanità che caratterizza Brixia è molto profonda e ancora oggi ben evidente, e l’artista gliene le rende omaggio elogiandone la forte valenza di comunità culturale e civile tra tutte, in uno spazio storico archeologico oggi patrimonio UNESCO.
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