Chi vede Sein vede la sua fine... Su quest'isola soprannominata "l'isola dei morti", una vedova e il suo bambino meditano con dignità sulla tomba del loro defunto. La giovane donna guarda in basso, interiorizza dolorosamente il suo dramma. Inginocchiato sulla pietra, il ragazzo alza la testa e ci guarda tristemente. I loro silenzi si oppongono al frastuono del mare spumeggiante in sottofondo. Questa scena oscura di lutto si svolge in un cimitero lavato dalle onde, senza fiori né colori. Renouf trascorreva l'inverno tra i pescatori di quest'isola austera situata in un mare ostile. Eppure, questa scena struggente è fittizia: il pittore ha scelto come ambientazione questo luogo abbandonato e vi ha posto queste figure che diventano gli archetipi della vedova e dell'orfano del marinaio.
Questo dipinto, presentato al Salon di Parigi, ha portato notorietà al suo autore, che si è aggiudicato la medaglia di secondo classificato. È stata immediatamente acquisita dal museo. Da quest'opera il tema della vedova bretone diventa un luogo comune. A Sein, le vedove occupano un posto speciale, hanno un carattere quasi sacro e non si risposano.
Il mare è particolarmente pericoloso nel Raz de Sein e più in generale in Bretagna. I naufragi sono ricorrenti lì. La pietà bretone è caratterizzata dalla sua lealtà verso i morti. Le vedove dei marinai, vestite di nero, venivano spesso rappresentate quotidianamente in preghiera presso le tombe dei loro uomini: padri, mariti, figli. Particolarità dell'Ile de Sein: dopo l'epidemia di colera del 1886, il copricapo a lutto divenne quello della vita quotidiana.
© Musée des beaux-arts de Quimper.
Titolo: La vedova dell'île de Sein
Autore: Émile Renouf
Data: 1880
Tecnica: Olio su tela
Esposto in: Musée des beaux-arts de Quimper
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