L'opera fa parte di un progetto inaugurato nel 2014 alla Collezione Maramotti dal titolo Ritratto di donne che poneva in dialogo le artiste Alessandra Ariatti e Chantal Joffe: entrambe hanno concentrato la loro ricerca artistica nel ritratto, una tradizione figurale che ha percorso ininterrottamente l'arte occidentale (ma non solo) dal Quattrocento a oggi. Il ritratto, come investigazione dell'interiorità, oltre che delle fattezze, di una persona o personaggio, risale, ancor prima dell'epoca moderna, ai ritratti in marmo greci e romani; pur adattandosi all'evoluzione degli stili e delle forme, ha sempre mantenuto la necessità storica di testimoniare istanze di coesione o dissociazione sociale. I ritratti di queste artiste sono ancorati da una parte alle estetiche, o meglio alla cultura, dell'arte contemporanea e dall'altra, forse ancor più intimamente che per gli artisti del passato, al 'milieu' nel quale esse vivono e operano. La loro connessione formale, tuttavia, termina qui. Joffe infatti rappresenta insistentemente, quasi ossessivamente, una sola figura e a tutto campo – intera o quasi, immersa in uno spazio ambientale definito – con pennellate estremamente sciolte, che fondono i dettagli del viso, dei vestiti e dell'ambiente in un unico flusso pittorico. In questo nucleo di lavori, in cui l'artista dichiaratamente richiama i dipinti sulla pubertà di Edvard Munch e che ha titolato "Moll" (di qui anche il titolo della sua mostra), il soggetto è la nipote ormai sedicenne – che ritrae dalla nascita – ora giunta a una età in cui la dimensione interiore è densa di sogni e al contempo di imperscrutabile mistero. Questa condizione esistenziale può essere estesa alla modalità in cui l'artista presenta in generale l'identità femminile negli altri suoi lavori, con una “ambiguità” che genera complessità. Gli occhi di Moll, in questi quattro ritratti realizzati in solo cinque mesi, non si lasciano catturare, il suo sguardo punta oltre: stilisticamente Joffe richiama l'all-over, i contorni soft, il valore decorativo dei tessuti in Matisse in una pittura emozionalmente densa.