Il gusto per l’esotismo impostosi a metà Ottocento, che presentava un’immagine favolosa e pittoresca dell’Oriente appositamente costruita per il pubblico occidentale, si impose dapprima nelle arti figurative per poi passare anche alle arti decorative: negli ultimi anni del secolo si diffonde, soprattutto fra la nuova borghesia in ascesa, la moda di proporre nei propri palazzi arredi in stile moresco. Carlo Bugatti, artista geniale e straordinariamente creativo, elaborò uno stile nuovo e personalissimo, contrassegnato da una spiccata originalità. Nei suoi mobili il gusto moresco si intreccia con motivi grafici derivati dal giapponismo allora in voga e con reminiscenze di culture del passato. Lo stipo della Wolfsoniana testimonia inoltre l’attenzione che l’artista ebbe per l’uso di materiali diversi e spesso poco usati nei mobili (rame, ottone, pergamena, seta), sempre lavorati con uno straordinario virtuosismo tecnico.