Sembra una principessa orientale, questa Madonna dipinta da Beato Angelico, accomodata su un cuscino rosso tutto ricamato d’oro; coperta da un mantello blu, foderato di verde e bordato d’oro, dalle pieghe morbide ed eleganti, con un gesto delicato sorregge Gesù bambino, che pare fatto di porcellana quanto lei, pettinato coi ricci alla moda dei damerini del ‘400. In questo dipinto, che è il pannello centrale, rimaneggiato, di un polittico, l’Angelico fonde due modi tradizionali ma differenti di ritrarre la Vergine: l’umiltà di Maria, seduta a terra, e la sua regalità, di solito rappresentata da un trono, in questo caso amplificata dall’architettura di una stanza che sembra un tempio antico, arredata sontuosamente, illuminata frontalmente dall’oro – usato a profusione, punzonato e graffito –, nel fondo dalla luce naturale, che entra di striscio da una finestra sulla sinistra. Qui più che altrove, l’Angelico, che era un frate domenicano, il suo nome vero era Giovanni da Fiesole, tenta di mediare tra la pittura più alla moda, che faceva largo uso di oro e ornamentazioni e le novità luminose e prospettiche del Rinascimento.