Lo Zeus di Ugento, realizzato da artigiani greci in un centro di cultura ellenica, riproduce l’iconografia della somma divinità dei Greci ma era destinato a un santuario indigeno. Ciò non deve sorprendere, dal momento che i Messapi dell’attuale Salento, già in epoca arcaica, veneravano una divinità i cui attributi ne fanno il corrispettivo locale di Zeus. È lo Zis Batas o Batias il cui nome, a partire dal sesto secolo avanti Cristo, è graffito sulle pareti della Grotta Porcinara nella baia di Leuca, santuario emporico frequentato da indigeni e Greci: uno Zeus “Folgoratore”, questo probabilmente il significato dell’epiteto Batas, che lo associa allo Zeus Kataibates al quale i Tarantini, come apprendiamo dalle fonti, sacrificavano per espiare le atrocità commesse nelle guerre contro i Messapi, che presiedeva ai fenomeni atmosferici, dispensando fecondità con le piogge e proteggendo i naviganti.
Titolo: Statua bronzea di Zeus su capitello dorico in pietra
Autore: Anonimo
Data: 530 a.C. ca.
Tecnica: Bronzo
Esposto in: MArTA - Museo Archeologico Nazionale di Taranto
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