Questo busto maschile rinvenuto a Roma nel 1505 suscitò immediatamente l’interesse degli appassionati di antichità che lo identificarono con l’imperatore Vitellio. Si tratta, in realtà, dell’immagine di uno sconosciuto, i cui tratti del viso sono resi in modo realistico: sopracciglia folte, naso prominente, labbra sottili, guance paffute e doppio mento. Alcune caratteristiche tecniche come la forma del busto, oggi mancante in parte, la capigliatura e l’incisione delle pupille degli occhi, hanno indotto gli studiosi a datare l’opera all’età adrianea, tra il 120 e il 140 d.C.
Il ritratto di Vitellio fu donato allo Stato veneziano da Domenico Grimani con il testamento del 1523 e fu esposto a Palazzo Ducale assieme ad altre sculture in una stanza che prese quindi il nome di “Sala delle Teste”. Questa prestigiosa collocazione contribuì alla fortuna dell’opera, consentendo a numerosi artisti di studiarla e di ispirarsi a essa: schizzi e disegni di Tintoretto e Jacopo Palma il Giovane, per esempio, confermano l'intenso studio di cui fu oggetto; dipinti che ne riprendono le sembianze, attribuendole a personaggi con nomi diversi, ne provano la fama straordinaria. Si veda a questo proposito il Convito in casa di Levi, dipinto da Paolo Veronese nel 1573 per il refettorio del convento dei SS. Giovanni e Paolo a Venezia, oggi alle Gallerie dell’Accademia. Infine, si ha notizia di numerose riproduzioni del busto di Vitellio della Collezione Grimani realizzate in epoche diverse e materiali differenti, come la copia in bronzo, appartenente alla collezione di Giacomo Contarini, altro importante dotto patrizio nella Venezia del Rinascimento, esposta nel Museo nella stessa sala.
Titolo: Ritratto del cosiddetto Vitellio
Autore: Anonimo
Data: II secolo d.C.
Tecnica:
Esposto in: Museo archeologico nazionale di Venezia
Tutte le mostre in corso ed in programma dove sono presenti opere di