Definitivamente abbandonata la città di Tharros, a partire dal 1070, Oristano divenne la nuova capitale del Giudicato d'Arborea (X secolo - 1410). Gli abitanti di Tharros, infatti, stanchi delle continue minacce ed incursioni dei pirati saraceni, decisero di trasferirsi più all'interno e giunsero così ad Oristano, centro abitato già esistente in epoca bizantina. Da subito la nuova capitale ebbe un sistema di difesa che fu potenziato alla fine del 1200 ad opera del re Mariano II. Questa è la ricostruzione della città di Oristano di fine Trecento, dotata di tre torri maggiori situate in prossimità degli ingressi principali della città e di 28 torrette minori di potenziamento della fascia muraria. A nord la torre di Mariano II, detta anche Porta Manna o Porta Pontis, a sud la torre di San Filippo, identica alla prima, collegata al palazzo di residenza del re e della sua corte, ad est la torre di Portixedda, piccola torre che nasce come le precedenti a base quadrata ma che ora si presenta a base circolare e con una forma tronco-conica, frutto di un rifascio avvenuto in epoca spagnola. Un fossato alimentato dalle acque del vicino fiume Tirso correva lungo la cinta muraria rendendo ancora più espugnabile questa città che, qui ricostruita, manifesta i più importanti edifici religiosi del periodo: la Cattedrale romanica di Santa Maria Assunta e il suo campanile a base ottagonale privo del “cipollone” in ceramica policroma aggiunto nel Settecento, il convento e la chiesa di San Francesco, l’ospedale giudicale, la chiesa di San Mauro, la chiesa a pianta quadrata del periodo bizantino intitolata a San Saturnino ed infine la chiesa e il convento delle monache di clausura di Santa Chiara.
Titolo: Plastico di Oristano
Autore: Anonimo
Data: XIV sec. d.C.
Tecnica: Plastica
Esposto in: Museo Antiquarium Arborense
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