Alle spalle dell’Antica stanza privata di Maria Amalia di Sassonia (sala XIV), moglie di Carlo di Borbone, si apre l’alcova di Maria Amalia,  da immaginare come una grande nicchia aperta sulla Camera, dove era collocato il letto della regina.

Quando nell'Ottocento le abitazioni dei sovrani furono spostate al secondo piano, il soffitto dell'Alcova fu coperto da una decorazione neoclassica di cornici, palmette e girali dorati  in cartapesta su fondo bianco, intorno a un rosone centrale. 

L'affresco riportato alla luce è opera documentata di Nicola Maria Rossi (1690-1758), che secondo documenti fu pagato nel 1739 cinquecento ducati per dipingere a fresco nell'Alcova di S. M. la Regina  “un augurio di felicissima prole”.

Si vedono al centro La Notte, con il manto scuro, che protegge la dormiente; Minerva - con la lancia che fora la nuvole – pure sorridente e china verso il basso, regale protettrice della Fecondità e una figura femminile che in seno accoglie un nido con due colombi bianchi. A sinistra il carro di Aurora, che indica Il Giorno e il dio Arpocrate, raffigurato come una scultura, che allude al silenzio