Custodita nell’aula inferiore di Santa Maria in Solario, la Lipsanoteca faceva parte del cosiddetto Tesoro di Santa Giulia, una raccolta di rari oggetti liturgici risalente alle origini del monastero. Si tratta di un cofanetto d’avorio, di forma rettangolare che doveva prestarsi da custodia di protezione di reliquie, come si evince dalla stessa etimologia del nome, di origine greca, composto da léipsanon, che significa reliquia, e théke, ovvero contenitore. Fu eseguita da una bottega dell’Italia settentrionale, probabilmente milanese, nella seconda metà del IV secolo, sotto l’episcopato di Sant’Ambrogio. La ricchezza del materiale, l’alto livello di esecuzione e la preziosità della decorazione determinano l’importanza e la rarità di questo manufatto.