Si tratta di una coppia di leoni scolpiti in marmo, perfettamente speculari, probabilmente concepiti per essere messi in opera in una struttura poi non realizzata e reimpiegati nelle facciate delle cattedrali gemine. Sono, infatti, perfettamente rifiniti nella parte anteriore del corpo, mentre in quella posteriore solo su un lato, come se l’altro dovesse essere nascosto. Un disegno di Opicino de Canistris, databile attorno al 1330, li raffigura uno nel contrafforte di sinistra della facciata di Santo Stefano la cattedrale estiva e l’altro in posizione analoga sul fronte di Santa Maria del Popolo, la cattedrale invernale. Quest’ultimo (inv. B 75) arrivò in Museo probabilmente già a fine Ottocento, in occasione delle demolizioni delle strutture medievali, funzionali all’erezione della facciata del nuovo Duomo. Il primo (inv. B 535), invece, è documentato nella stessa posizione del disegno trecentesco ancora in alcune fotografie del 1893 e fu poi trasferito alla base della Torre Civica, crollata improvvisamente il 17 marzo 1989. Recuperato tra le macerie, fu trasferito in Museo. Grazie alle indagini ottocentesche, al disegno e dalla descrizione di Opicino de Canistris che dà un’importante testimonianza della decorazione della facciata della cattedrale nel 1330, su di essa è possibile individuare la collocazione di due leoni, elemento ricorrente nelle chiese romaniche pavesi.