Iscrizione epigrafica romana su lastra di alabastro. Si conserva solo una parte, circa un terzo del totale. La lastra utilizzata come supporto per la scrittura è ruvida, non levigata, quindi la superficie su cui sono state incise le lettere è ruvida e la loro lettura è complessa. Il campo semantico è incorniciato da un profondo solco che lo delimita. Il testo non ha interpunture, le lettere sono maiuscole (alte da 3,5 a 4,5 cm), irregolari e di forma grossolana, e le parole non sono segmentate in righe diverse.
Il testo è inciso con un solco profondo, possibilmente con uno scalpello o un punzone quadrato o semicircolare. Le parole che sono leggibili e analizzate sono scarse. L'analisi metrica indica che si tratta di un Carmina Latina Epigraphica, una poesia scritta in 14 versi, con metrica dattilica: una modalità ritmica della poesia antica che si basa su sequenze ripetute che uniscono sillabe lunghe e brevi. La funzione di questa iscrizione è imprecisa; poteva avere carattere funerario, forse epitaffio o richiamo legato ad un contesto edilizio monumentale.
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