Sotto il firmamento inondato di stelle del Ferramola, nell’aula superiore dell’oratorio di Santa Maria in Solario, brilla la Croce di Desiderio, capolavoro di oreficeria carolingia databile al IX secolo d.C. La Croce, che aveva funzioni devozionali e processionali, rappresenta uno degli esemplari liturgici più rari giunti sino a noi sia per le notevoli dimensioni che per la grande quantità di pietre preziose, 212 in totale, sparse simmetricamente sulla struttura portante in legno, rivestita da una lamina metallica, con i bracci dilatati alle estremità. Opera di alta oreficeria, la Croce doveva rappresentare non solo la pienezza della devozione cristiana al Cristo Salvatore ma anche il ruolo delle dinastie regnanti, in un continuo gioco di rimandi tra potere imperiale di eredità romana e anelito religioso, gloria ultraterrena e simboli secolari. La stessa scelta di tempestare la Croce con pietre preziose, come si faceva con la corona imperiale, rappresenta un chiaro rimando al valore e alla potenza della Chiesa, non seconda a quella del Cesare.