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Viale dell'Università, 34, Roma
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Le coppette o ventose rappresentarono tra il XVII e il XIX secolo una delle tecniche più comuni, insieme al salasso, per il prelievo di sangue dai vasi venosi. Erano utilizzate per diminuire la quantità di sangue presente in circolo ed eliminare, secondo la teoria ippocratica, l’umore in eccesso. Di fatto, fu proprio Ippocrate (V e il IV secolo a.C) ad insegnare il modo di applicare le ventose e di scarificare o incidere la pelle per farne uscire il sangue che vi si era raccolto, e a indicare le malattie contro cui farne ricorso (tra queste la sciatica, il mal d'orecchi e le nevralgie). Nell’utilizzo diffusosi in età medievale e moderna, la quantità di sangue da eliminare era solitamente stabilita dal medico, laddove l’atto pratico veniva attuato dal barbiere chirurgo. In questo modo, dunque, veniva effettuato un piccolo salasso certamente meno rischioso rispetto all’uso delle lancette tipicamente usate per questa pratica.
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