L’arredo fa parte della serie delle quattro consoles con specchiera, prodotte en suite per uno degli ambienti più grandi del palazzo, la Sala del Veronese. Tra il 1745 e il 1755 probabilmente furono realizzati gli stucchi delle pareti e le magnifiche consoles, inserite in progetto decorativo unitario dell’ambiente, che subì di certo un aggiornamento con l’acquisto da parte dei Durazzo della Cena del Veronese. L’intaglio vibrante e complesso del mobile, in cui predomina il motivo della rosa che prende avvio dal cespo al centro della traversa delle gambe, avvolge la struttura del mobile, articolata con equilibrio nelle consuete sinuosità dello stile Luigi XV. I modelli francesi, ben assimilati dagli intagliatori locali, vengono risolti con quella profusione di rose, fogliami e racemi inerpicati sulle specchiere a “pergolato”, tipiche della cultura decorativa genovese. La delicatezza dell’intaglio e l’armonia fra dimensioni e ornato fanno di questa serie di arredi uno degli esempi più prestigiosi non solo del rococò genovese, ma dell’intero capitolo delle arti decorative italiane del Settecento. I preziosi ripiani in onice furono probabilmente acquistati in ambito romano.