Il calco raffigura il sacerdote troiano Laocoonte ed i suoi figli, che stanno per essere uccisi da due mostri marini mandati da Atena, la quale vuole vendicarsi del tentativo di ostacolare l’ingresso dei greci a Troia. Laocoonte, al centro della composizione, è rappresentato in una posa di enfatica torsione, con la muscolatura del ventre che si contrae per le convulsioni, sottolineando lo sforzo e la tensione del protagonista, colto nel tentativo di districarsi dalla morsa del serpente, il quale forma con il suo corpo un nodo, così da far ricadere Laocoonte sull’altare. L’altro serpente, giunto da sinistra, agguanta il polso destro del sacerdote, che alza le braccia per scrollarselo di dosso. Lo stesso ritmo concitato si trasmette alle figure dei due figli, ai suoi lati e di dimensioni inferiori, anch’essi avvolti dalle spire dei due mostri marini, giunti da destra e da sinistra. L’opera originale, da cuI deriva il calco, è oggi conservata al Museo Pio Clementino; trovata nel 1506 nella vigna di Felice de Frediis sull’Esquilino, nell’area del Colle Oppio anticamente occupata dalla Domus Aurea, papa Giulio II la pose nel Belvedere. Nel 1906 fu rinvenuto il braccio destro originario, c.d. braccio Pollak, riunito alla statua nel 1950. Il calco del Museo dell’Arte Classica fu fatto realizzare da Ernesto Vergara Caffarelli, in base alla sua ipotesi ricostruttiva e, in secondo momento, è stato ulteriormente modificato.
Titolo: calco di statua, Laocoonte
Autore: Anonimo
Data:
Tecnica: Gesso
Esposto in: Museo dell'Arte Classica
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