L’armatura giapponese è composta da un assemblaggio di materiali eterogenei: metallo, cuoio, tessuto, lacca, seta, lamelle metalliche dorate. Le sue parti, unite da fettucce di seta, si articolano in un insieme robusto ma flessibile che non costringeva il corpo del samurai in una struttura rigida, per garantire, oltre alla protezione, una notevole libertà di movimento. L’armatura risulta confezionata secondo il tipo do-maru, un equipaggiamento difensivo leggero attestato nei secoli XIII-XVI per lo scontro a piedi. Era destinata a un personaggio d’alto rango, come dimostra l’utilizzo di materiali pregiati quali seta e lacca che, grazie alle caratteristiche di resistenza, elasticità e impermeabilità, contribuiscono a renderla un connubio di eleganza e funzionalità. È una delle tre armature giapponesi complete entrate a far parte della collezione orientale dell’Armeria Reale entro la seconda metà dell’Ottocento. Fu donata nel 1869 al re Vittorio Emanuele II dall’imperatore Meiji in seguito alla firma del trattato d’amicizia e commercio tra Regno d’Italia e Giappone. In previsione del riallestimento nella Rotonda dell’Armeria (2016), l’armatura è stata sottoposta a un accurato restauro e dotata di una speciale struttura di sostegno, studiata per distribuire in modo calibrato il peso dei vari elementi e per evitare il deterioramento dei differenti materiali.