Ara-cinerario di forma parallelepipeda e di proporzioni molto slanciate: pur se lavorata in un unico blocco, è immaginata come composta strutturalmente da due elementi sovrapposti di differente funzione, il superiore di cinerario, l’inferiore di ara sepolcrale. Sui due fianchi dell’ara vi è una scena di simposio, che allude alla felicità oltremondana. Nella parte inferiore del monumento sono raffigurate due scene che rappresentano l’attività professionale dei defunti: al centro di una sorta di predella è collocato un tavolino dalle gambe tornite su cui è ordinata una pila di grandi tabulae scrittorie. Sulla fronte dell’ara-cinerario sono incise due iscrizioni; l’una sul corpo dell’ara, l’altra sul coperchio. Esse si riferiscono a due fratelli Q. Fulvius Priscus e Q. Fulvius Faustus accomunati dalla stessa professione: i due personaggi erano entrambi scribi a servizio degli edili curuli, di rango senatorio. Probabilmente il monumento fu commissionato dal padre Q. Fulvius Eunus. Appartenenti alla categoria degli apparitores, assistenti dei magistrati principali, gli scribae svolgevano la mansione di segretari addetti a funzioni amministrative; principalmente liberti, ma spesso anche equestri, gli scribi avevano facilità ad accedere a posizioni sociali superiori grazie al contatto privilegiato con uomini di potere. Per quel che concerne la datazione, grazie ad elementi stilistico-antiquari, è possibile collocarla tra il 25 e il 50 d.C.