Il dipinto eseguito da Alberto Pasini a Parigi nel 1864 e donato all’Accademia di Belle Arti di Parma, raffigura lo spuntare del sole in una vasta regione nei deserti orientali della Persia, sulla strada che da Shiraz conduce a Isphan. In primo piano, dove si addensano ancora scure le ombre notturne, si affaccendano tra i fuochi accesi del bivacco, uomini e animali, ai piedi di un altipiano che si alza alle spalle dell’accampamento perdendosi in una lontananza sterminata, chiuso all’orizzonte da una catena di monti violacei contro il cielo luminoso delle prime luci dell’alba. Pasini dilata al massimo l’inquadratura per comunicare tutto il senso di abbandono e di luminosa ampiezza suscitata in lui dal paesaggio persiano, che ben più delle figure, costituisce il vero protagonista della scena, restituendo allo spettatore la forte suggestione prodotta dalla vastità immota del luogo ancora addormentato in contrasto col subbuglio della carovana che si prepara alla partenza. I riferimenti alla pittura ricca di implicazioni romantiche e sentimentali dei pittori barbizonniers, che avevano influenzato la cultura del pittore al suo arrivo a Parigi, sono ormai completamente superati, a favore di un’osservazione più analitica, che mira a una resa assolutamente obiettiva della realtà naturale, priva di compiacimenti pittoreschi. L’interesse di Pasini per i temi di soggetto orientale si sviluppa a stretto contatto con il clima culturale francese, già da tempo permeato dal fascino magico e avventuroso delle terre d’Oriente, ma si arricchisce dalla visione diretta dei luoghi straordinari, dai colori splendenti, nella luce ferma e limpida dei luoghi , che egli cerca di trasferire sulla tela con una pittura di solido impasto coloristico e una tavolozza vivida e luminosa, esaltata da forti contrasti tonali, marcati da un contorno sottile ed esattissimo.